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Supercoppa di Spagna al Real Madrid: Barcelona battuto 2-0

Dopo il 3-1 per i blancos al Camp Nou, Zidane fa sua anche la gara di ritorno al Bernabeu e conquista il 7° trofeo su 9 da quando allena il Real Madrid

redazione nc.it

Supercopa al Real Madrid, la decima della sua storia. Tutto come da copione: la partita di ritorno al Bernabeu finisce 2-0, dopo 90 minuti di totale controllo dei blancos. Match segnato inevitabilmente dal 3-1 esterno al Camp Nou, ma specchio fedele della crisi in cui annaspa oggi il Barcellona, orfano di Neymar. Non sono problemi che riguardano Zidane, arrivato all'incredibile traguardo di 7 trofei alzati su 9 competizioni da tecnico alla Casa Blanca. Chapeau.

ANCORA ASENSIO — L'annunciata "pañolada" di protesta contro la maxi-squalifica di Cristiano Ronaldo si traduce in qualche fazzoletto agitato qua e là, col sottofondo di un coro che non decolla mai. Non c'è rabbia da sfogare per i tifosi madridisti, in questo periodo di trionfi in serie. Anche perché dopo 4 minuti il Real è già avanti, anzi, è ancora più avanti: sinistro folgorante di Asensio, Ter Stegen è incerto ed è l'1-0. Il 21enne pupillo di Zidane, titolare insieme a Lucas Vazquez, è in stato di grazia e s'iscrive al club dei fenomeni capaci di segnare al Barça in entrambe le gare della Supercopa: prima di lui, c'erano riusciti Zamorano nel '93, Raul nel '97 e Cristiano Ronaldo nel 2012.

BLAUGRANA SPENTI — Il Madrid non risente del turn over di Zidane: Kovacic, che all'andata aveva sostituito Modric, stavolta prende il posto di Casemiro e si fa apprezzare. Le scelte di Valverde pagano meno: la difesa a 3 propone un Mascherano in condizioni impresentabili e un Umtiti balbettante ai lati del totem Piqué, mentre l'assenza dell'infortunato Iniesta rilancia (si fa per dire) Andre Gomes in mezzo al campo. Davanti Messi e soprattutto Suarez cercano qualche guizzo isolato, ma Navas è sveglio e reattivo nelle uscite. I guai sono dietro, in copertura e in fase d'impostazione. L'ennesima palla persa di Mascherano in uscita consegna a Lucas Vazquez un pallone che centrerà in pieno il palo, poi al 39' arriva il raddoppio. Lo firma Benzema, che aggira in area Umtiti in versione statua di cera e fa temere la mattanza.

PALI E TRAVERSE — La ripresa, invece, si apre con una traversa centrata dal sinistro di Messi. Segni di vita del Barça. Quando Piqué esce per un probabile risentimento muscolare (dentro Semedo), però, la difesa traballa ancora e Benzema spaventa un'altra volta Ter Stegen. I catalani hanno almeno l'orgoglio di evitare la figuraccia, anzi si fanno vivi con Sergi Roberto, schierato largo a destra. Ma non è serata: Navas continua a parare i tiri di Messi, Suarez colpisce un altro palo blaugrana di testa. Il finale serve a Zizou per far debuttare Theo Hernandez, poi è tripudio al Bernabeu per la premiazione dei pluri-campioni. Basteranno Paulinho (affare fatto) e gli eventuali Dembelé e Coutinho per far cambiare marcia a un Barça così depresso?

Gazzetta.it

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