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Abete: “Differenza fra Prandelli e Ventura? La gestione”

Giancarlo Abete ha parlato a Radio 24 questo pomeriggio

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“Quando ci fu l'eliminazione (della nazionale ai mondiali del Brasile n.d.r.)  la prima cosa fisiologica che avvenne fu che io andai negli spogliatoi e naturalmente incontrai Cesare Prandelli, che mi disse: ‘Guardi presidente, io avevo già maturato la decisione di dimettermi. Mi dimetto perché il progetto sportivo non si è realizzato". Lui aveva due anni di contratto, legittimi perché aveva fatto un secondo posto agli Europei, e  un terzo posto alla Confederation Cup. Dico : ‘Guardi Prandelli, la comprendo, anch'io darò le mie dimissioni irrevocabili perché non voglio anzitutto che la Federazione sia sotto scacco, perché la Federazione anche in crisi è un grande patrimonio del nostro paese, e merita rispetto”

Così’ Giancarlo Abete, ex Presidente della FIGC intervenuto a Tutti Convocati su Radio 24 racconta delle dimissioni di Prandelli in Brasile dopo l’eliminazione della nazionale dai mondiali e spiega: “Volevo favorire un'assunzione di responsabilità del mondo del calcio, perché poi sembra che in questi tre anni e mezzo ci sia stato soltanto Tavecchio. Io ho votato ovviamente per le sue dimissioni, però il mondo del calcio è stato fatto da tantissimi protagonisti, c'è stato un ruolo anche importante del CONI, lo ha ricordato il presidente Malagò quando parlava dell'incontro a casa sua con Lippi proiettato all'individuazione del commissario tecnico”.

Alla domanda se Prandelli prese dei soldi per andarsene Abete risponde a Radio 24 “Assolutamente no” e spiega che rispetto al caso Ventura“C'è una differenza di gestione penso, perché, Ventura ha fatto un contratto di due anni, ed è giusto che a un certo punto, come avviene quando viene esonerato un allenatore, il contratto venga rispettato".

Grande calciatore a capo di Figc? “Ci sono ex giocatori e ex giocatori, nel senso che non basta che ci sia in qualche modo tra virgolette una persona che abbia un grande passato sportivo. Ci sono delle persone che hanno un grande passato sportivo e una grande capacità o una potenziale capacità di gestire processi complessi, e ce ne sono altri che non hanno queste qualità. Ma questo vale per tutti quanti noi. Quando ci sono fenomeni complessi da affrontare io penso che il prossimo presidente federale non possa essere un presidente da 52% dei voti".