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il flop della superlega in Italia

In Italia il tentativo di creare una “Superlega” c’é già stato (e andò malissimo)

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Nel luglio del 1921 in Italia si verificò un evento unico nella storia: le squadre più importanti lasciarono la FIGC ed organizzarono un campionato autonomo
Roberto Vinciguerra
Roberto Vinciguerra Redattore 

Esattamente 104 anni fa, nell'estate del 1921, succedesse un fatto... unico nella storia del calcio italiano, ossia una devastante scissione all'interno della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Sotto la spinta delle maggiori società dell'epoca, fra cui Juventus, Inter, Milan, Pro Vercelli, Genoa, Bologna e Torino, tutte molto critiche verso la gestione dei campionati organizzati dalla FIGC (che aveva causato, nel frattempo, una grave crisi generalizzata in tutto il movimento), si costituì a Milano la Confederazione Calcistica Italiana. Furono in tutto 58 le squadre che aderirono a questo progetto voluto dalle 24 "ribelli", del tutto alternativo alla proposta elaborata da Vittorio Pozzo (lo storico CT della Nazionale) che, negli anni successivi, vinse con la squadra azzurra titoli a ripetizione a livello continentale e mondiale. La FIGC bollò questa contestazione come "un atto di indisciplina deplorevole".

Il campionato "a scarto ridotto" della FIGC 1921-22 venne vinto così dalla "piccola" Novese (squadra di Novi Ligure), che si impose in finale, alla "bella", sulla Sampierdarenese di Genova.


Il più "blasonato" campionato delle "ribelli" (C.C.I.) venne, invece, conquistato dalla Pro Vercelli, che in finale (sia all'andata che al ritorno) strapazzò la Fortitudo di Roma, una delle 3 squadre che 5 anni dopo avrebbe dato vita all'attuale A.S. Roma.

Da notare, poi, il fatto che Juventus, Inter e Milan disputarono una delle peggiori stagioni della loro storia. I bianconeri chiusero, infatti, al sesto posto nel Girone A della Lega Nord, dove il Milan si piazzò addirittura decimo su 12 squadre partecipanti. Nel Girone B l'Inter riuscì a fare anche peggio, classificandosi all'ultimo posto.

Ci pensò, poi, il cosiddetto "Compromesso Colombo" (elaborato da Emilio Colombo direttore de "La Gazzetta dello Sport"), lodo arbitrale emesso il  22 giugno 1922 in una villa del Torinese, a sanare questa storica scissione attraverso un'ampia riforma che, da una parte tenne conto di alcune critiche sollevate dalle "ribelli" e, dall'altra, permise alla FIGC di continuare ad organizzare le maggiori competizioni del calcio nazionale.

 

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