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Una battuta, ovviamente, ma non è la prima volta che in Serie A qualcuno si "lamenta" del suo brutto rapporto con pali e traverse, ostacoli troppo presenti sulla via del gol. Gli appassionati più datati ricorderanno bene, infatti, che nel 1982 sbarcò a Udine un giocatore jugoslavo tra i più abili del tempo, un fine specialista dei calci piazzati. Si trattava di Ivica Surjak, che però al primo anno in Italia non riuscì a ripetere le splendide parabole su punizione mostrate in patria. O meglio, ci riusciva ma colpiva troppo spesso la traversa, in particolare quando giocava allo stadio Friuli.
Così Surjak iniziò a protestare con gli addetti ai lavori di casa Udinese. A suo giudizio, le porte dello stadio Friuli erano più basse rispetto alla misura regolamentare. L'allenatore dell'epoca, Ferrari, diede l'ok per misurare l'altezza delle porte, pur rimanendo scettico sulla tesi dello jugoslavo. Andò a finire che le porte erano più basse per davvero. Cinque centimetri circa, che impedivano sistematicamente alle punizioni di Surjak di infilarsi in rete.
Insomma, da che mondo è mondo, i giocatori sembrano destinati a litigare con pali e traverse...
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