serie a

Il curioso caso dello 0-0: un must negli anni ’80, oggi una rarità. Ecco perchè

Lorenzo Topello

Nel decennio d'oro del calcio italiano non c'è più il tempo per accomodarsi sullo 0-0. Dal 1991-92 in poi il numero di pari senza gol scende sistematicamente sotto quota 40. Nel 1992-93 si arriva addirittura a 27 sole partite, pari a meno del 10% dei risultati totali. Un ulteriore fattore che non incentiva più il pareggio arriva nel 1994-95: la vittoria ora vale tre punti, non più due.

Cosa significa? Che le grandi squadre, se vogliono vincere lo Scudetto, non possono più accontentarsi del pari strappato in trasferta nei campi di provincia. Ma devono provare a vincere ovunque. Lo sa bene la Juventus, che nella prima annata coi tre punti pareggia soltanto 4 partite su 34 e stravince il campionato.

Lo 0-0 si trasforma ufficialmente: da regola diviene eccezione. La Serie A fra il 1997 e il 2000 conosce tre vincitori diversi, ma un curiosissimo unicum in termini di pari senza reti: per tre annate consecutive lo 0-0 si verifica esattamente 29 volte, pari al 9,48 % dei risultati totali. CONTINUA→

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